Il 10 e l'11 settembre scorso ad Arezzo si è svolto un workshop nazionale dedicato al ruolo delle città e dei territori rispetto ai mutamenti climatici e al loro impatto sulla salute. Titolo della due giorni proprio 'Mutamenti climatici e danni alla salute: il ruolo delle città e dei territori'.
Al convegno c’erano amministratori e tecnici, medici ed esperti. A organizzarlo e promuoverlo il Comune di Arezzo, la Rete italiana Città Sane, il Coordinamento Agende 21 locali, la Coalizione In Marcia per il Clima, il Centro Francesco Redi, l'Associazione Medici per l’Ambiente. Numerose le associazioni e le istituzioni che hanno aderito all’iniziativa: dalla Fiab alla Regione Toscana, dal Ministero della Salute alla Provincia di Arezzo.
L'epilogo è ormai più che assodato, nonostante ci sia ancora chi storce la bocca quando sente affermazioni del tipo "il clima sta cambiando", negando appunto l'evidenza.
I cambiamenti climatici hanno effetti dannosi sulla salute dell'uomo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno si perdono 5 milioni di anni di vita a causa del riscaldamento globale e la mortalità umana cresce del 3% per ogni grado di aumento della temperatura.
Sono diverse le malattie legate al cambiamento climatico e si distinguono in quelle da inquinamento atmosferico, da diffusione microbica, da stress idrico e da ondate di calore. Gli ossidi di azoto e le polveri sottili e ultrafini possono provocare malattie a livello polmonare (tumori), cardiocircolatorie (infarto) e cerebrali (ictus). Le temperature alte, invece, favoriscono la diffusione di microorganismi attraverso insetti o acque contaminate, diffondendo così malattie.
Durante il convegno ad Arezzo, Tanja Wolf dell'Oms ha illustrato le conseguenze del mutamento climatico sulla salute dell'uomo, il responsabile principale del cambiamento del clima. Secondo alcuni grafici mostrati durante l'incontro si è sottolineato come l'attività umana determini un aumento di emissioni di gas che alterano il clima molto di più di qualsiasi altra attività naturale.
Secondo la studiosa è necessario ed essenziale monitorare l'andamento di queste malattie e la coscienza dei cittadini, puntando l'attenzione su azioni in ambito ambientale e nella sanità pubblica. Ad esempio buone pratiche e fonti rinnovabili nelle strutture sanitarie e ospedaliere.
Non si prospetta un futuro roseo, anzi si prevede un incremento della febbre del pianeta, ondate di calore e pioggia. Il 2009 è stato il secondo anno più caldo in assoluto, e tra meno di cinquant'anni ci aspettano ondate di calore più frequenti oltre che piogge.
A tal proposito è necessario non solo incrementare l'uso di fonti rinnovabili ed energie pulite in genere, ma tendere soprattutto verso nuovi e diversi stili di vita non più basati sullo spreco e sul consumo smisurato delle risorse a disposizione, ma su un'oculata osservazione e su un adeguato uso di ciò che, fino ad ora, il nostro pianeta ci ha dato la fortuna di godere e utilizzare per il nostro benessere.
Salvina Elisa Cutulli
Fonte: http://www.ilcambiamento.it/
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