martedì 31 agosto 2010

Musica benefica per il cervello

Gli scienziati della Northwestern University hanno stilato un rapporto su come la musica – nello specifico il suo apprendimento - influenzi l’uomo. Imparare la musica non serve solo a intrattenere, ma apporta dei reali cambiamenti al nostro cervello.

Il documento, pubblicato nel Nature Reviews Neuroscience, è una compilation di studi e ricerche da parte di scienziati di tutto il mondo e con tutti i metodi di ricerca possibili. La conclusione comune a tutti questi studi è stata: l’apprendimento musicale ha un profondo impatto sulle altre capacità, come il linguaggio, la memoria, l’attenzione, e persino l’abilità di esprimere vocalmente le emozioni.

Ma che cosa fa precisamente l’apprendimento musicale? Secondo gli scienziati della Northwestern, le ricerche indicano fortemente che l’apprendimento musicale crei nuove connessioni neurali e alleni il cervello a nuove forme di comunicazione.

In effetti, lavorare attivamente con la musica aumenta la neuroplasticità, l’abilità del cervello di adattarsi e cambiare. “Il cervello di un musicista aumenta selettivamente gli elementi di acquisizione dell’informazione dal suono. In una magnifica interrelazione tra processi sensoriali e cognitivi, il sistema nervoso crea le associazione tra i suoni complessi e il loro significato” ha spiegato ai media Nina Kraus, autore principale del Natural Paper e direttrice del Northwestern Auditory Neuroscience Laboratory. “ Una connessione efficiente tra suono e significato è molto importante, non solo per la musica, ma anche per altri aspetti della comunicazione”.

Ad esempio, i ricercatori hanno scoperto che rispetto ai non musicisti, ai musicisti riesce meglio a imparare a incorporare i pattern sonori di una nuova lingua in parole. Inoltre i loro cervelli sembrano essere abituati a comprendere un discorso in un ambiente rumoroso.

I bambini che hanno frequentato lezioni di musica tendono ad avere un vocabolario più ampio e una migliore capacità di lettura dei loro coetanei. Anche i bambini con difficoltà di apprendimento e con problemi di concentrazione in ambienti rumorosi, possono essere aiutati molto da lezioni di musica. “L’allenamento musicale sembra rafforzare quei processi neurali che, di solito, sono deboli in persone con dislessia da sviluppo o con difficoltà di comprensione di un discorso in ambiente rumoroso” afferma la Dr. Kraus.

I ricercatori della Northwestern hanno concluso che i loro studi potrebbero essere importanti per introdurre la musica nei curricula scolastici. “Gli effetti dell’allenamento musicale suggeriscono che, come l’esercizio fisico ha un impatto sul benessere del nostro corpo, così la musica è un’importante risorsa che tonifica il cervello e allena le capacità uditive. La società dovrebbe prenderla in considerazione nel formare lo sviluppo dell’individuo”.

Oltre all’apprendimento musicale, anche l’ascolto di musica ha effetti benefici sul nostro corpo. Gli scienziati dell’Università di Tel Aviv hanno scoperto che bambini prematuri, esposti alla musica di Mozart per trenta minuti, crescevano più rapidamente dei bambini prematuri non esposti alla musica classica. Altri scienziati dell’Università di Firenze hanno documentato come l’ascolto di musica classica, Celtica o Indiana (raga) una volta al giorno per quattro settimane, contribuisca a ridurre la pressione sanguigna in persone ipertese.

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