I ricercatori dell’Università di Toronto hanno notato come, negli ultimi 40 anni, l’uso della pillola anticoncezionale ed i casi di tumore alla prostata siano aumentati di pari passo in tutto il mondo.
Secondo i ricercatori, l’eccesso di estrogeni è noto per provocare vari tipi di cancro, e l’uso diffuso della pillola provocherebbe un aumento, a livello ambientale, della dispersione - tramite l'urina di chi fa uso del contraccettivo - dei sottoprodotti del metabolismo di questi farmaci tra cui alcuni ''distruttori endocrini'', sostanze caratterizzate dalla capacità di interferire con il funzionamento del sistema endocrino e capaci quindi di interferire con lo sviluppo della neoplasia. Questi, spiegano gli autori, finiscono poi nella catena alimentare, esponendo al rischio tutta la popolazione.
Come si legge sulla rivista online BMJ Open, "Studi recenti hanno dimostrato che l’esposizione agli estrogeni può aumentare il rischio di cancro alla prostata. Abbiamo voluto esplorare se ci fosse un’associazione con l’uso di una donna di contraccettivi orali con l’incidenza del cancro alla prostata o con la mortalità" ha spiegato il capo ricercatore Dr. David Margel del Dipartimento di Oncologia Chirurgica al Princess Margaret Hospital e dell’Università di Toronto. Secondo la sua teoria, anche se la quantità di estrogeni escreti da una donna è minimo, quando milioni di donne lo fanno per un lungo periodo di tempo, questo potrebbe causare un livello significativo di contaminazione ambientale.
Per confermare la sua ipotesi, Margel e il suo collega Dr. Neil E. Fleshner hanno utilizzato i dati dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ed il rapporto mondiale delle Nazioni Unite sulla pillola contraccettiva per identificare i tassi di cancro alla prostata e i decessi legati a questa neoplasia. I ricercatori hanno anche distinto i tassi nei vari Paesi per notare se in zone in cui l’uso della pillola è inferiore esistono anche livelli altrettanto inferiori di cancro alla prostata.
Dopo aver esaminato circa 100 Paesi, gli studiosi hanno potuto così stabilire che non importava la ricchezza di una nazione o il tasso basso o elevato di uso dei contraccettivi: i due dati andavano a braccetto, quando saliva uno saliva anche l’altro e viceversa. In tutto ciò, spiega Margel, sono i Paesi europei a mostrare maggiormente l’associazione. Al contrario, l’uso di altri tipi di contraccettivi come i dispositivi intrauterini, il preservativo o altri che non cambiano la quantità di estrogeni non ha dimostrato alcun tipo di associazione con il tumore. In ogni caso Margel si guarda bene dall’affermare con certezza che ci sia un rapporto di causa-effetto, ma preferisce lasciare aperta la questione. Tuttavia si è riscontrato, già in passato, che gli ormoni contenuti nella pillola anticoncezionale, possono essere causa di altre tipologie di tumore, tra le quali quello alla mammella, ai testicoli alla tiroide e all'endometrio, tutti tessuti considerati "sensibili" agli ormoni.
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